La termografia ci consente di valutare, instantaneamente, il calore (energia termica) emesso per irraggiamento da una superficie. Per fare una termografia si usa un dispositivo chiamato “termocamera”; molto simile ad macchina fotografica ma dotata di particolari sensori in grado di rilevare la temperatura superficiale dei corpi e renderla leggibile in una mappa a colori.
Le termocamere in generale rilevano radiazioni nel campo dell’infrarosso dello spettro elettromagnetico e compiono misure correlate con l’emissioni di queste radiazioni. Pertanto esiste una correlazione tra radiazioni nel campo dell’infrarosso e temperatura: la quantità di radiazioni emessa aumenta proporzionalmente alla quarta potenza della temperatura assoluta di un oggetto così come specificato dalla Legge di Stefan Boltzmann.
Sfruttando questo principio, la termografia consente di individuare anomalie nell’emissione delle energie termiche e per questo è molto utile nell’edilizia e quando si parla di efficienza energetica, coibentazione e ponti termici.
Grazie alla termografia è possibile fare un gran numero di verifiche:
Nella pratica quotidiana la termografia è usata, in campo fotovoltaico, per individuare moduli non funzionanti; in campo edile è ampiamente usata per rilevare l’umidità nelle murature, strutture di solai in calcestruzzo armato, dispersioni termiche dovute a una cattiva coibentazione, presenza di canalette di impianti elettrici, individuare la presenza di canalizzazione di impianti idro-sanitari e termici in funzione, individuare i differenti materiali di elementi strutturali di un edificio.
In pratica la videocamera termografica è un’apparecchiatura non invasiva che permette di effettuare rilievi definiti PnD (Prove non Distruttive) con la quale è possibile misurare, visualizzare, memorizzare ed elaborare nel tempo la distribuzione della temperatura su vaste superfici in modo rapido, preciso e in assoluta sicurezza.
La termografia è necessaria quando l’impianto fotovoltaico non produce abbastanza energia, a seguito di guasti all’interno dei moduli. Quando questo accade, la cella danneggiata innesca una sorta di reazione a catena che compromette la produzione di elettricità su tutte le altre celle collegate in serie.
Questo effetto è denominato Hot Spot, ossia “Punto Caldo”, perché determina il riscaldamento delle celle fotovoltaiche coinvolte (è un fenomeno tipicamente degenerativo che colpisce alcuni moduli fotovoltaici). La differenza di temperatura può variare da pochi gradi fino a diverse decine, si manifesta durante il funzionamento dell'impianto, anche in condizioni di modesto irragiamento, a causa di ombreggiamenti parziali dei moduli o sporcizia localizzata su singole celle fotovoltaiche.
La differenza di temperatura non può essere osservata a occhio nudo, per questo è richiesto l’intervento strumentale di una termocamera così da produrre una termografia atta a mettere in evidenza “i punti caldi”. Se il vostro impianto fotovoltaico non produce energia, potrebbe essersi verificato questo problema: in alcuni casi, il guasto di poche celle ha causato addirittura un calo del rendimento del fotovoltaico del 90%.
Allo scopo di eseguire una efficace manutenzione preventiva e correttiva in campo elettrico, non vi è alcun dubbio che l’impiego di strumenti termografici debba essere considerato assolutamente indispensabile, con l’applicazione delle tecniche termografiche infatti è possibile ottenere i seguenti vantaggi: